il germoglio

il germoglio
"... una parte di quel seme cadde fra le rocce...

domenica 24 luglio 2016

LA VISIONE - L'olio e i vasi.

Un giorno ho chiesto al Signore in merito ad una particolare questione dottrinale: "Signore, ti prego, fammi capire chi ha ragione!"
Lo Spirito Santo non mi ha detto chi ha ragione e chi no, Dio ama tutti i Suoi figli di un amore immenso, ma mi ha mostrato questo:
davanti ai miei occhi, non fisicamente, ma dentro, non so spiegarvi come, ma io vedevo una fonte meravigliosa che forniva un bellissimo liquido dorato, e tantissimi vasi intorno.
Ogni figlio di Dio, lavato col sangue di Gesù e ripieno di Spirito Santo, E' UN VASO.
Ogni volta che portiamo il vaso a Dio, Egli lo riempie con il Suo olio puro. In quei momenti l'olio è puro. Il vaso è pieno. A seconda del tempo che passiamo alla presenza di Dio, e a seconda della qualità del nostro tempo con Lui, l'olio sussiste puro e abbondante.
Ma poi ce ne andiamo.
Lasciamo l'altare e ci dedichiamo alle nostre cose. A volte restiamo in comunione. Altre volte no.
I nostri vasi sono imperfetti, purtroppo... e non perfettamente sigillati. Quindi entrano altre cose, i nostri pensieri, le ansie, le sollecitudini, i pensieri degli altri, le parole del "mondo", l'influenza di Satana che si infila dovunque, la televisione, Internet, il nostro stesso carattere... TUTTO QUESTO INQUINA L'OLIO DEL NOSTRO VASO.
Quando poi andiamo ad esporre le nostre convinzioni, le nostre idee, tiriamo fuori dal vaso un olio che non è più puro, ma è contaminato.
Quello che ognuno di noi cerca di insegnare, non è più quello che Dio aveva messo all'inizio.
Per poter essere certi della purezza dell'olio, dovremmo restare tutto il tempo alla presenza di Dio. TUTTO IL TEMPO.

Ma nessuno di noi lo fa.
E se dice di farlo, mente. Dovremmo sparire per sempre come gli eremiti di un tempo, per poter evitare tutte le contaminazioni, e anche così saremmo esposti a noi stessi.
Se riusciamo a comprendere bene questo, comprendiamo anche che ciò che ascoltiamo e che ci viene insegnato, non è mai l'olio puro.
Si tratta sempre di derivati dell'olio originale, più o meno derivati, ma sempre derivati.
Questo ci dà la misura della imperfezione delle nostre convinzioni.
Sono molte le cose che Dio dice chiaramente nella Scrittura. Ma ce ne sono altre che si prestano ad infinite interpretazioni. Come sceglierne una? Con quale sapienza? Chi di noi è senza peccato?
Anche quello che vi sto dicendo io, e che ho ricevuto da Dio, come vi arriverà?
Puro?
No.
Perché


è stato mediato da me.
Sono io, con le mie imperfezioni, con le mie travi negli occhi, che vi racconto questo, e non è più l'olio puro della rivelazione.

Ora, fratelli, se vi ho annoiato mi dispiace. Ma dovevo mettere in chiaro queste cose. E so, per certo, che se voi stessi, nella vostra cameretta, cercate il Signore e la Sua parola viva per voi, la "Ruah", quella rivelazione che Dio dona personalmente ad ogni credente che la cerca, bene, ... troverete voi stessi la verità di quello che ho detto.
Ma se desiderate invece difendere posizioni e preconcetti che vengono da uomini, certo quello che ho detto vi sembrerà assurdo.
Per ora vi lascio, mi scuso per le troppe parole e vi assicuro tutto il mio amore in Cristo Gesù.
Elisabetta

lunedì 4 luglio 2016

Come conoscere il vero volto del Padre - Walter Biancalana

Siamo cresciuti con teorie che non fanno parte del vero piano di Dio per la nostra vita, e dato che non ne fanno parte, in realtà ci danneggiano; dove abbiamo trovato nella Bibbia per esempio, che noi dobbiamo servire Dio? Questo fa parte della nostra natura, che vuole meritare le cose, e siamo noi in realtà che ci domandiamo "che dobbiamo fare"?
Gesù ha detto più volte che non è venuto per essere servito, ma per servire, e noi continuiamo a domandargli "Signore, cosa posso fare per te?" e lui continua a domandare a noi "Cosa posso fare per te?".
C'è solo un servizio di cui si parla nel Nuovo Testamento, vediamolo velocemente e poi passiamo ad altro; uno si trova in Efesi 3:5-7 "... il Vangelo di cui io sono servitore"; Colossesi 1:23 "il Vangelo... di cui io Paolo sono diventato servitore..."; noi serviamo il Vangelo, non Dio. Il Vangelo non è la Parola di Dio, la Parola di Dio è Gesù. "Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza" non si riferisce alla conoscenza della Bibbia, ma alla conoscenza di Dio, conoscenza personale per esperienza, proprio come un uomo che conosce una donna e la ama teneramente; non è la conoscenza biblica, è la conoscenza personale di Dio, per esperienza. Il Vangelo è l'annuncio di chi è Gesù e cosa ha fatto per noi; 1° Tessalonicesi 3:2 dice "servitore di Dio nella predicazione del Vangelo, per confortarvi e confermarvi"; il Vangelo ti deve confortare e fortificare, non ti deve abbattere, perché se lo fa, allora è un vangelo pervertito, distorto. Il messaggio di cui noi ci facciamo servitori, è il Vangelo di Gesù Cristo, ed è quello che predichiamo che determina l'effetto nella vita delle persone.
Giovanni 1:29-37, leggetelo con cura, per favore.
Il giorno seguente, Giovanni vide Gesú che veniva verso di lui e disse: «Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!
30 Questi è colui del quale dissi: "Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché era prima di me"
31 Io non lo conoscevo, perciò sono venuto a battezzare con acqua, affinché egli fosse manifestato in Israele».
32 E Giovanni testimoniò, dicendo: «Io ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui.
33 Io non lo conoscevo, ma colui che mi mandò a battezzare con acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito e fermarsi su di lui, è quello che battezza con lo Spirito Santo".
34 Ed io ho visto ed ho attestato che questi è il Figlio di Dio».
35 Il giorno seguente, Giovanni era nuovamente là con due dei suoi discepoli.
36 E, fissando lo sguardo su Gesú che passava, disse: «Ecco l'Agnello di Dio».
37 E i due discepoli, avendolo sentito parlare, seguirono Gesù."
 
Guardate la differenza tra il primo annuncio di Giovanni e il secondo; la prima volta Giovanni mette l'accento sul peccato, come era sua consuetudine, parlava spesso infatti di scure, di ventilabro, di vendetta, di giudizio, e questa prima volta i discepoli di Giovanni non seguirono Gesù; la seconda volta non parla di peccato, e i discepoli seguono Gesù.
Il secondo giorno l'accento è solo su Gesù.
In Genesi 1:26 e seguenti, sta scritto:
"Poi DIO disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Così DIO creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di DIO; li creò maschio e femmina.
28 E DIO li benedisse e DIO disse loro «Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra."
 
La prima cosa che Adamo ha sentito dalla bocca di Dio è: "Io ti benedico".
La prima cosa che ho sentito io quando sono entrato in una chiesa è: "Tu sei un peccatore".
La seconda cosa che Dio ha detto è "moltiplicati".
La seconda cosa che ho sentito io è "stai attento a quello che fai".
La terza cosa che ha detto Dio ad Adamo è "domina"!
La terza cosa che ho sentito io è "se sbagli puoi perdere la salvezza".
 
Noi abbiamo messo il peccato al centro del Vangelo, e la gente così non segue Gesù; il Vangelo è un termine che nell'originale non compare quasi mai; l'unica occasione in cui la troviamo è quando i soldati tornavano dalla guerra, ed avevano vinto, questa sì che è una bella notizia, Dio ha vinto e noi abbiamo vinto; ho riflettuto a lungo su questo, la prima volta che compare la parola "peccato" nella Bibbia è in Genesi 4; noi sappiamo che, per la legge della prima menzione, quando una parola appare per la prima volta in un testo, ne appare evidente anche il senso, la radice, il significato profondo; ebbene, in Genesi 4, troviamo l'origine del peccato, qui c'è Eva che partorisce Caino, e dice "Ho acquistato un uomo con l'aiuto di Dio" Caino viene da "canà", che vuol dire "comprare", ma se tu compri una cosa, non è un dono, hai dovuto pagare per averla, quindi un po' di merito è tuo, e un po' di merito è "dell'aiuto di Dio". Ma questa non è grazia!
Abele invece viene da "Hebèl", che vuol dire "soffio", respiro, una cosa che non puoi comprare... e la prima lettera iniziale è la "Het", che indica la grazia e trascendenza.
Eva pensò di poter acquistare il dono dell'Eterno, proprio come due capitoli prima aveva pensato di poter acquistare conoscenza mangiando il frutto dell'albero della conoscenza.
Caino offrì il lavoro delle sue mani, la sua fatica, il lavoro di tutta una stagione, Abele invece offrì un agnello, non sudato, un sacrificio, figura di Cristo; Caino voleva piacere a Dio con i suoi meriti, con il suo lavoro, Abele prende qualcosa che è già pronto, è cresciuto da sé, e lo immola.
Ma noi non dobbiamo piacere a Dio, noi gli piacciamo già, non possiamo fare niente per farci amare di meno, e neanche per farci amare di più.
Gesù ha raccontato la storia di un altro come Caino, che lavorava tutti i giorni con fatica, che aveva un fratello che invece se n'era andato con le prostitute; quando questo fratello torna a casa, dopo un ragionamento di convenienza, disposto ad essere servo, che sarebbe stato comunque meglio di sstare coi maiali a morire di fame; il fratello che era stato tutto il giorno a lavorare, si arrabbia perché pensa che il fratello non merita tutta quella festa e addirittura un capretto! Dopo aver lavorato tutta una vita per tentare di piacere al padre, in realtà non aveva mai capito il carattere del padre! Ma il fratello che non lo meritava, invece, lo capì molto bene.
Noi siamo cresciuti con l'idea che il frutto della nostra fatica piace a Dio, invece è esattamente vero il contrario.
 
Matteo 3:16,17.
16 E Gesú, appena fu battezzato uscí fuori dall'acqua; ed ecco i cieli gli si aprirono, ed egli vide lo Spirito di DIO scendere come una colomba e venire su di lui;
17 ed ecco una voce dal cielo. che disse: «Questi è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
 
Ma cosa aveva fatto Gesù per piacere al Padre?
Assolutamente niente.
Quante volte ci siamo tormentati per la paura del peccato?
Che cos'è che non ci fa peccare?
E' proprio la consapevolezza che piacciamo a Dio così come siamo; non dobbiamo fare nulla per meritare il suo amore; è proprio il suo amore che ci dà la forza per agire.
Primo: Tu sei suo figlio.
Secondo: Tu sei un figlio amato.
Dio non ti dice "Stai attento a non peccare", ti dice "Tu sei mio figlio e io ti amo".
 
La profonda consapevolezza dell'amore del Padre ha consentito a Gesù di non peccare.
 
Ma: "Senza la santificazione nessuno può vedere il Padre"! potreste domandarvi; questo rende necessario fermarsi un momento sulla "santificazione".
 
Genesi 2:1 "Così furono compiuti il cielo e la terra e tutto il loro esercito. Pertanto il settimo giorno, DIO terminò l'opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l'opera che aveva fatto.
E DIO benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso DIO si riposò da tutta l'opera che aveva creato e fatto."
 
La parola "compiuti" è "KA-LAH", completi, completati, finiti. La stessa parola viene usata da Gesù quando dice "Tutto è compiuto", in greco "TELEH".
Poi Dio si riposò da tutta l'opera fatta, benedisse il settimo giorno e lo santificò.
La prima volta che appare la santificazione nella Bibbia, ha a che fare con il riposo, non con le opere.
E' la fine delle opere, il completamento di esse, e il riposo conseguente.
Dio non è interessato alle nostre opere e alla nostra fatica, ma piuttosto al momento in cui finalmente ci riposiamo, stiamo tranquilli nell'opera che Lui ha fatto.
Quella è la santificazione, la consapevolezza del perfetto riposo.
 
Noi non possiamo basare le nostre fondamenta sulle strategie e i comportamenti di Mosè, di Isaia, di Daniele, perché loro non avevano conosciuto Dio!
 
Giovanni 1:18 "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere."
Non possiamo conoscere Dio tramite Mosè, o Isaia, o Daniele; uno solo ha fatto conoscere Dio, ed è Gesù; se vuoi conoscere davvero chi è Dio, devi guardare Gesù.
Quando mai Gesù ha condannato un peccatore? Lo chiamavano "l'amico dei peccatori"!
Quando mai ha rifiutato una guarigione?
 
Dio non ha paura di sporcarsi le mani con noi; Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato... Lui ci ama e ci dà, non ci chiede di diventare belli e bravi prima di darci qualcosa, lui ci dà tutte le cose e ci fa anche diventare belli e bravi, ma non è la nostra fatica... è la sua.
 
Quanto è difficile credere che Dio ci ama così come siamo?
Sì, ma se cadi nel peccato è un conto, ma se rimani nel peccato è un altro...
Eppure non mi risulta che Davide, dopo aver peccato con Batsceba, l'abbia lasciata; anzi, ha avuto due figli da lei, il primo è morto, ma il secondo è diventato re d'Israele e ha costruito il tempio!
Non il figlio di Abigail, non il figlio di Mica, ma proprio il figlio della donna adultera!
Nella genealogia di Gesù è entrato Perez, che era figlio di Giuda, che aveva avuto un rapporto con Tamar, sua nuora; Raab, la meretrice, è inserita nella stessa genealogia, non lo è Sara, non lo è Rebecca, non lo è Rachele; Dio non si è vergognato di mettere una prostituta nella sua genealogia, perché tu non sei santo per quello che fai o non fai, tu sei santo perché hai ricevuto un dono, che non dipende da te!
Nessuno potrà mai cancellare dal campanello di casa tua "Figlio di Dio"!!!
Il peccato non avrà mai più dominio su di te, perché tu non sei più schiavo della legge, ma sei nella grazia, e quando scopri la grazia, ti innamori del donatore e questo ti rende una persona santa!
Quando noi sbagliamo, noi siamo come una farfalla, che invece di andare sui fiori, va a posarsi sul concime... ma la farfalla sul concime, non diventa una mosca, resta farfalla, puzzerà un po' ma sarà pur sempre una farfalla!
Quello che ti serve è la rivelazione che le farfalle stanno sui fiori, non sul concime; devi sapere che i figli di Dio regnano, hanno dominio sul rancore, possono perdonare, possono imporre le mani sui malati e vederli guariti, possono riposare sulla certezza che il loro Padre li ama comunque!
Noi adoriamo un Dio che non ci ha mai giudicato né condannato!
 
Questo è il vangelo, questa è la grazia, qualcosa che non potrai mai meritare.
La nostra identità è nell'essere figli, e questo non potrà mai togliercelo nessuno; e c'è un passo addirittura ulteriore, che è l'essere amici, Gesù ha detto "Non vi chiamo più servi ma amici", perché il servo non sa quello che fa il padrone, ma noi lo sappiamo, noi siamo nella casa, noi siamo la Sua casa!
Dio è il mio papà, vive dentro di me, mi ha dato il suo nome, mi ha dato la sua identità, mi ha dato una veste, e mi ha messo l'anello al dito, mi ha chiamato figlio amato, e ha deciso di perdonare tutti quanti i miei peccati, passati, presenti e futuri, cioè io non posso fare in tempo a peccare, che lui mi ha già perdonato! Non posso uscire dall'amore di Dio! Questa è santificazione.
Paolo dice in 1 Corinzi 1:28-31 "...Cristo che per noi è stato fatto santificazione e redenzione..." Lui è stato fatto per me santificazione e redenzione, Lui! Non io.
"I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili", Lui non cambia idea.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Salve!

Benvenuti nel blog "bisogna che si dica"...
Bisogna assolutamente che alcune cose importanti sulle quali qualcuno mente, vengano finalmente smascherate, visto che ne va della nostra salvezza!!!